BARDI: 25 NOVEMBRE NON SIA SOLO DATA COMMEMORATIVA
Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è doveroso far sì che il 25 novembre non sia solo una data commemorativa ma diventi un momento di riflessione per tutti, a cominciare dalle istituzioni.
Il livello di civiltà di un popolo, infatti, è direttamente proporzionale al modo in cui la donna è considerata nella società.
Nell’anno del Covid sono diminuiti i reati comuni ma sono aumentate le violenze domestiche, nelle quali donne sono le prime vittime. Sarebbe riduttivo ricercarne la causa solo nella convivenza forzata imposta dal lockdown. Nelle crisi economiche e sociali, come quella, acuita dalla pandemia, che ora sta attraversando il Paese, riemergono le disuguaglianze. E con esse una cultura, rozza quanto radicata, che comprime le donne in una condizione di sottomissione fisica e psichica.
Anche la Basilicata non si è sottratta al trend negativo delle violenze domestiche. Nel 2020, nella nostra regione, si sono rivolte al Centro antiviolenza 104 donne, con un significativo aumento rispetto all’anno precedente. Si tratta di donne di ogni estrazione sociale, non solo disagiate economicamente, segno che il fenomeno è trasversale e colpisce tutte le fasce della popolazione.
In questa occasione mi sento di ringraziare Telefono Donna, insieme a tutte le altre associazioni che in questi anni si sono prodigate senza risparmiarsi, per fornire assistenza a tutte le donne abusate. Negli ultimi 20 anni 2.724 donne hanno trovato la forza per denunciare le violenze subite, sia continuative che episodiche. In tante sono state prese in carico dai centri antiviolenza, che hanno assicurato assistenza, supporto psichico e anche legale. Un riferimento per le donne, che sanno di non essere sole, e un presidio importantissimo per il territorio, insieme alle forze dell’Ordine.
Ma il fenomeno della violenza sulle donne non è solo quello esecrabile e sommerso che si consuma tra le mura di casa. Nelle nuove comunità virtuali, veicolate dai social con velocità prima inimmaginabili, si consumano nuove forme di violenza contro le donne. Soprattutto le più giovani sono bersagliate per il modo in cui vivono la loro vita o per l’aspetto fisico, con esiti spesso drammatici a causa del linciaggio umano e sociale al quale sono sottoposte. Forme di violenza che, ricordo, sono reato.
L’aumento delle denunce conferma, però, che qualcosa sta cambiando. Sta crescendo una nuova consapevolezza delle donne del proprio valore e dei propri diritti, anche in Basilicata. In questo processo di crescita valoriale, le istituzioni sono al fianco delle donne, mettendo in campo tutte le azioni necessarie per affermare un principio dell’uguaglianza dei sessi che sia sostanziale, oltre che formale. La Regione sta facendo la sua parte e non si sottrarrà nel futuro per sostenere le donne nelle difficoltà di conciliare i tempi della famiglia e del lavoro e combattere ogni discriminazione.