Coronavirus: più controlli in Basilicata
Una stretta sui controlli, sull’suo della mascherine, sul distanziamento e sugli orari dei locali, è la decisione più importante presa oggi dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che si è riunito a Potenza a poche ore dal nuovo Dpcm del Presidente del Consiglio con le restrizioni per affrontare il ritorno di una fase di vera emergenza.
Una fase di vera emergenza che in Basilicata è tuttavia ancora contenuta, anche se i numeri non sono proprio rassicuranti: nel fine settimana 80 dei 1.330 tamponi esaminati sono risultati positivi e il conto delle vittime è salito a 39.
Attualmente, i lucani positivi al covid-19 sono 595, con 52 ricoverati negli ospedali di Potenza e di Matera. Tuttavia, il fatto che sono uno dei ricoverati sia in terapia intensiva lascia credere che il sistema sanitario lucano non sia ancora sotto pressione, anche se già impegnato al massimo nella lotta all’epidemia.
Ad annunciare l’intensificazione dei controlli è stato lo stesso prefetto di Potenza, Annunziato Vardè, dopo una riunione
sulla quale hanno pesato anche il malcontento dei sindaci per i contenuti del decreto del Premier. Non lo ha nascosto il sindaco di Potenza, Mario Guarente (Lega), che ha definito “inopportune” le responsabilità affidate ai sindaci di chiudere strade e piazze perché si creerebbero “disparità di trattamento tra città diverse”. Prima della riunione del comitato ordine pubblico, però, erano arrivate anche le critiche dell’Agis, l’associazione che rappresenta i gestori degli impianti sportivi: la chiusura delle palestre provocherebbe “un danno irreversibile ai gestori – ha detto il presidente, Dino Potenza – ma soprattutto un danno sociale a migliaia di bambini e adulti costretti alla sedentarietà”. A proposito delle conseguenze dell’emergenza, la Regione Basilicata ha reso noto che sono disponibili, attraverso un avviso del Ministero dello Sviluppo economico, 163 mila euro “per il sostegno ai consumatori”: un aspetto approfondito in una riunione fra l’assessore alle attività produttive, Francesco Cupparo, e le associazioni di categoria. Le conseguenze della dichiarazione di “zona rossa” che, nella prima fase dell’epidemia, ha riguardato i comuni di Moliterno, Tricarico, Irsina e Grassano è stata ricordata dai sindaci di tali comuni per chiedere ai Ministri Lamorgese e Gualtieri di “provvedere al riparto del fondo previsto dal ‘decreto rilancio’, per poter destinare tali fondi – hanno scritto i quattro sindaci – ad interventi di sostegno di carattere economico e sociale connessi con l’emergenza sanitaria”.
La situazione, comunque, preoccupa anche i sindacati. Il segretario lucano della Cgil, Angelo Summa, ha chiesto alla Regione la costituzione di una “cabina di regia per l’emergenza” e l’istituzione di una “centrale operativa dedicata al ‘contact tracing’”. L’obiettivo principale, “indispensabile”, è “sottrarre alle lungaggini della burocrazia regionale
l’emergenza Covid”. Dall’altro lato, la Uil pensionati di Basilicata, riferendosi a visite e ricoveri in ospedale di persone affette da altre patologie, attraverso il suo segretario, Carmine Vaccaro, ha detto che “il congelamento delle liste d’attesa non è più tollerabile perché coinvolge non solo i pazienti cronici ma blocca anche le nuove diagnosi”.
(ANSA).