Frana Maratea: chiesto stato di emergenza nazionale
E’ stato avviato, stamani a Potenza, l’iter per la richiesta al Governo dello “stato di emergenza nazionale” in seguito all’evento franoso dello scorso 30 novembre che ha danneggiato 150 metri della statale 18 nel territorio di Castrocucco di Maratea (Potenza), determinando la chiusura della strada e l’isolamento della frazione del comune lucano. A questo risultato si è giunti dopo la costituzione, presso gli uffici dell’assessorato lucano alle Infrastrutture, di un “Comitato operativo permanente” voluto dalla Regione Basilicata per superare la fase immediatamente successiva all’evento franoso. Nei primi giorni di operatività, il comitato, del quale fanno parte il Comune di Maratea, l’Anas, la Protezione Civile e l’Ufficio regionale di difesa del suolo, e che è presieduto dall’assessore regionale Donatella Merra e dal primo cittadino di Maratea, Daniele Stoppelli, opererà in due direzioni: “La prima – ha spiegato Merra – di redazione di una relazione completa, coordinata dalla Protezione Civile regionale, per arrivare alla richiesta di proclamazione dello stato di emergenza nazionale. La seconda, organizzata dall’Ufficio regionale di difesa del suolo, coordinerà – ha aggiunto – tutte le attività che l’Anas ha messo a disposizione, per analizzare il ‘rischio residuo’”. La prossima riunione del Comitato è stata fissata per il 6 dicembre, nelle more l’attività del Comune di Maratea si è concentrata “nell’assistenza alla popolazione anche per i minimi approvvigionamenti, in un primo ripristino dei servizi essenziali a favore di una comunità che attualmente è isolata e a afavore del numero ingente di alunni che frequentano le scuole di Maratea e proveniennti anche da altre regioni”, ha detto il sindaco Stoppelli che ha anche ricordato come “la Ss18 raccordi Basilicata, Campania e Calabriia e non può rimanere chiusa a lungo, perchè non esistono grandi alternative all’enorme flusso veicolare”. Anas, attraverso il capo dipartimento Carlo Pullano, ha “messo a disposizione risorse umane ed economiche per i primi interventi”, ma anche chiesto garanzie “di sicurezza sul costone per poter consentire ai tecnici di iniziare a liberare la strada dai grossi massi caduti, e a provare a quantificare i danni subiti anche se dai primi rilievi effettuati con un drone sembra che il tratto viario sia sparito per non meno di 150 metri”.
TRM