Comunità educante, un protocollo proposto dal Garante infanzia
l protocollo può contribuire alla costruzione di una rete estesa a tutta la Regione, dove ciascun comune mette a disposizione le proprie risorse e si impegna in scambi attivi con gli altri comuni
Il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, Vincenzo Giuliano, in un incontro tenutosi a Terranova del Pollino, sabato scorso, organizzato in collaborazione con l’associazione Pollinolandia ha parlato di Comunità educante, di Patti educativi di comunità e dell’importanza di stipulare un protocollo di intesa in tale ambito comune a tutti i comuni della Basilicata.
Tra i presenti all’incontro il presidente dell’Anci regionale, Andrea Bernardo, molti Sindaci della regione e alcuni Dirigenti scolastici di Istituti scolastici lucani. “Un incontro positivo – ha sottolineato Giuliano –al termine del quale tutti hanno sottoscritto il protocollo di intesa”.
Tra i relatori, il vicesindaco di Terranova che ha portato i saluti di tutta l’amministrazione, e la presidente di Pollinolandia, Cinzia Labanca, che ha raccontato la lodevole attività dell’associazione Pollinolandia, supportata dalle tenere testimonianze di bambini ed anziani del posto. Questi interventi sottolineano l’importanza che rivestono le associazioni nella vita dei piccoli paesi della nostra regione, geograficamente molto dislocati tra loro e affetti dal fenomeno dello spopolamento. Molto importante la partecipazione dei ragazzi di Terranova al Giffoni film festival, grazie proprio all’organizzazione dell’associazione Pollinolandia.
La presidente regionale dell’associazione Ainsped (Associazione internazionale pedagogisti ed educatori), Isabella Labanca, ha illustrato ai presenti in cosa consiste la Comunità educante, i Patti educativi di comunità e l’importanza di stipulare un protocollo di intesa comune a tutti i comuni della Basilicata. La comunità educante è costituita da tutti gli attori presenti sul territorio che vogliono impegnarsi per l’educazione dei propri ragazzi. “Grazie alla stipula di un Patto educativo di comunità – è stato evidenziato – la scuola non avrà più da sola il compito educativo, ma esso sarà portato avanti dalla comunità educante tutta, in una sinergia scuola-territorio più forte. Inoltre, considerata la problematica geografica dei piccoli comuni lucani, spesso isolati tra loro e a forte rischio di povertà educativa, il protocollo elaborato dal Garante può contribuire alla costruzione di una rete estesa a tutta la Regione, dove ciascun comune mette a disposizione le proprie risorse e si impegna in scambi attivi con gli altri comuni”.
Il presidente dell’Anci di Basilicata (Associazione nazionale comuni italiani) e sindaco di Colobraro Andrea Bernardo ha affermato che “finora i comuni hanno sempre collaborato con le scuole, facendo quanto possibile, in una sorta di pre-esistente comunità educante, ma che è ben felice di sposare l’innovazione prodotta dal protocollo di intesa, che prevede la rete tra i comuni. I piccoli comuni sono tutti affetti da problemi comuni, quali la mancanza di fondi, lo spopolamento e tra qualche giorno si discuterà del ridimensionamento scolastico, un processo che porterà alla chiusura di molti plessi scolastici. Questo è un problema che spaventa molto i sindaci dei piccoli comuni, in quanto la chiusura della scuola significa la morte dell’intero paese”.
L’assessore alle Attività produttive, al Lavoro, alla Formazione e allo Sport, Francesco Cupparo, presente all’incontro, ha dichiarato che “essendo arrivati i fondi delle royalties, chiederà direttamente alle scuole di cosa hanno bisogno per allocare meglio queste risorse. Il Garante ha proposto di potenziare la fascia 0-6, in prevenzione di famiglie culturalmente impoverenti e di bambini che arrivano alla primaria con difficoltà importanti legate alla deprivazione culturale, e di riprendere a far funzionare la piattaforma Scu.Ba.Lu. per interconnettere in sicurezza i giovani della nostra regione. È importante che siano proprio i giovani ad auto-condurre le attività di questa piattaforma con l’assegnazione di temi da parte di noi adulti. In questo modo essi si rendono protagonisti di loro stessi ma guidati in temi cruciali dagli adulti di riferimento”. “L’assessore – precisa Giuliano – si è impegnato pubblicamente a finanziare le iniziative promosse, in quanto tra gli attori della comunità educante che si impegnano a garantire il benessere e la crescita di ragazze e ragazzi non può mancare la Regione. Cupparo – ha affermato – che la Regione sarà impegnata a formalizzare la collaborazione attraverso la costituzione di patti educativi di comunità, basati sulla co-progettazione e corresponsabilità dell’azione realizzata su ogni specifico territorio. Ciò può avvenire attraverso l’organizzazione di apposite Conferenze dei servizi, con il coinvolgimento dei dirigenti scolastici, per far emergere i bisogni espressi dalle scuole e valutare le proposte di cooperazione di istituzioni educative e culturali e le modalità di realizzazione di interventi e soluzioni. “Sono certo che i “Patti educativi di comunità”, già sperimentati con successo in molte realtà territoriali – ha concluso Cupparo – , possono diventare uno degli strumenti chiave nella direzione indicata dal Piano Strategico Regionale per la rinascita delle piccole comunità locali”.
“Dagli interventi dei presenti – afferma Giuliano – emergono diversi problemi, che potrebbero essere risolti in rete: la carenza dei trasporti, la forte dislocazione sul territorio, la rete internet che non copre l’intero territorio, il timore verso il nuovo ridimensionamento delle scuole, la scarsità dei fondi a disposizione per quanto riguarda i comuni, la mancanza di progetti dove allocare le risorse a disposizione, la mancanza di conoscenza del proprio territorio di residenza da parte delle nuove generazioni, il problema della scuola che non forma i giovani rispetto alle possibilità lavorative della Regione. Dalla scuola, i presidi lamentano la gestione in solitudine di tutti problemi relativi alla gestione degli alunni con disabilità, il problema legato all’orientamento per quanto riguarda le scuole secondarie di secondo grado (come poter trattenere i giovani in Regione), il problema della povertà educativa che parte dalle famiglie. Fino ad oggi, ciascun presente ha cercato sempre nel suo piccolo di attivarsi, per quanto possibile, per risolvere i problemi della propria scuola o comunità. Tutti si sono dimostrati felici quindi di firmare il protocollo di intesa, per una ripartenza coesa e partecipata del fatto educativo nella nostra Regione e tutti hanno manifestato plauso per l’iniziativa innovativa e rinnovativa promossa dal Garante”.