SCALEA:DISTRETTO DEL CIBO DEL TIRRENO COSENTINO AVVIATO IL PARTENARIATO
Il Tirreno cosentino avrà il suo distretto del cibo. Uno strumento strategico di programmazione, ampio ed eterogeneo che vedrà coinvolte amministrazioni comunali, associazioni di categoria e aziende del settore agricolo e agroindustriale, realtà produttive enogastronomiche, della pesca, del turismo e dell’artigianato.
Il rinnovato impulso verso questo strumento già molto diffuso in tutta Italia e particolarmente attivo con importanti ricadute sul tessuto socioeconomico nelle regioni del nord, era arrivato già con la delibera di giunta comunale numero 64 del 19 maggio 2021 con la quale l’esecutivo aveva deliberato di rendere il comune di Scalea soggetto proponente e capofila del progetto.
Nella giornata di giovedì scorso, 17 giugno 2021, con la prima riunione per la costituzione del partenariato è di fatto ripartita l’avventura del distretto del cibo. Si tratta di una ripartenza in quanto già in precedenza il Gal Riviera dei Cedri in collaborazione con l’associazione Acli Terra avevano avviato il discorso intorno a questo importante strumento ripreso con vigore dal Vicesindaco del Comune di Scalea Annalisa Alfano, la quale già nella prima riunione è riuscita a coinvolgere 13 comuni del comprensorio che va da Aieta a Paola più il Gal Riviera dei Cedri rappresentato dal direttore Domenico Amoroso e l’associazione Acli terra rappresentata da Santina Bruno.
Tra i comuni che hanno aderito alla riunione di giovedì scorso Fuscaldo con il sindaco Gianfranco Ramundo, Santa Domenica Talao con il sindaco Alfredo Lucchesi, Paola con il referente Marianna Saragò, Buonvicino con il sindaco Angelina Barbiero, Orsomarso con il vicesindaco Antonio Campagna, Verbicaro con il referente Salvatore Papa, Praia a Mare con il sindaco facente funzioni Anna Maiorana, Grisolia con il referente Antonio Muti, Tortora rappresentato dal sindaco Tony Iorio, Acquappesa con Massimiliano De Caro, Papasidero con il sindaco Fiorenzo Conte, Sangineto con la referente Claudia Sacco e Aieta con il sindaco Gennaro Marsiglia.
Questi comuni, così come altri impossibilitati a partecipare all’incontro, si sono dichiarati disponibili ad approvare l’adesione con delibera di giunta nei prossimi giorni per completare entro il prossimo 21 luglio l’iter di richiesta di accreditamento del distretto del cibo del Tirreno presso la Regione Calabria.
“E’ un primo passo fondamentale – ha detto il vicesindaco di Scalea Annalisa Alfano – per creare il distretto che tutti siamo chiamati ad interpretare come uno strumento a servizio del territorio per dare identità e dignità alle aziende che lavorano nell’agroalimentare e nella filiera del turismo di qualità. Non si tratta di uno strumento politico ed è per questo che al di là di qualsiasi estrazione politica personale abbiamo il dovere di accogliere il progetto con spirito di condivisione e partecipazione”.
Il progetto prevede l’adesione di comuni appartenenti ad un’area vasta perché, come ha sottolineato il direttore del Gal Riviera dei Cedri Domenico Amoroso “un distretto piccolo identifica ma pone limiti alla partecipazione mentre il distretto deve essere visto come un contenitore vasto che porti contaminazione delle specificità”.
A sviscerare gli aspetti più tecnici dei distretti del cibo l’agronomo Giuseppe Perri che vanta esperienza nella organizzazione di queste realtà in diverse realtà regionali d’Italia.
“Il distretto del cibo è uno strumento snello – ha spiegato Perri – basato sull’omogeneità economica e territoriale delle realtà che vi partecipano ed è pensato come soggetto proponente di interventi e misure mirate per le esigenze dei territori e delle realtà economiche che sui territori insistono sulle quali si andranno a predisporre appositi bandi. Appare quindi di fondamentale importanza – ha spiegato Perri – aderire al distretto del cibo, soprattutto per la valorizzazione delle attività di impresa del territorio e per lo sviluppo socio economico dello stesso, apportando un miglioramento dell’interazione pubblico-privato, con effetti favorevoli e positivi per l’intera comunità. Attraverso il cibo – ha concluso poi Perri – si vuole identificare una rete che parte dal cibo e passa poi attraverso l’enogastronomia, l’agricoltura, l’agroindustria, il turismo (esperienziale e lento), la ricezione e l’artigianato locale e rurale. Stiamo parlando pertanto di uno strumento che serve alle amministrazioni pubbliche per individuare i fabbisogni del territorio, e alle aziende locali per l’ottenimento di benefici che nel prossimo bando ammonta a circa 1 miliardo e 200 milioni di Euro, a cui potranno partecipare i distretti del cibo riconosciuti”.
La riunione di giovedì scorso rappresenta, dunque, il primo fondamentale passo per la costituzione del distretto del cibo Tirreno cosentino, che una volta riconosciuto, avrà il compito di recepire le necessità dei territori e trasformarle in progetti finanziabili nei settori nevralgici dell’agricoltura e del turismo di qualità.