COLDIRETTI BASILICATA: “NO AL VINO ANNACQUATO, MA SI A STRUMENTI DI SOSTEGNO AL COMPARTO”
Anche in Basilica i viticoltori iscritti a Coldiretti si dicono contrati alla proposta arrivata da Buxelles che prevede di autorizzare nell’ambito delle pratiche enologiche l’eliminazione totale o parziale dell’alcol con la possibilità di aggiungere acqua anche nei vini a denominazione di origine. “Non scherziamo , il vino si è sempre fatto e si continuerà a produrre solo con l’uva e non con l’acqua – sottolinea il presidente di Coldiretti Basilicata, Antonio Pessolani – aggiungere acqua significherebbe denaturare un prodotto da quelle che sono le sue caratteristiche fondamentali. Senza considerare il fatto che la proposta nata in seno all’Unione Europea per permettere ai produttori di diminuire il grado alcolico dei vini diluendoli con acqua, è una pratica al momento non prevista da alcun regolamento in alcun Paese produttore e quindi illegale”. La proposta di aggiungere acqua nel vino è solo l’ultimo degli inganni autorizzati dall’Unione Europea che già consente l’aggiunta dello zucchero nei paesi del Nord Europa per aumentare la gradazione del vino mentre lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei Paesi del Mediterraneo e in Italia, che ha combattuto una battaglia per impedire un “trucco di cantina” e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall’uva. “Più che pensare se annacquare o meno il vino, sarebbe utile mettere in campo nuovi strumenti di sostegno alla liquidità e forme di fiscalità di vantaggio per la filiera di produzione, distributiva e di somministrazione dei vini – continua Pessolani – al fine di agevolare e preparare la ripartenza del settore e delle tantissime imprese del comparto vitivinicolo, soprattutto dopo questo difficile momento legato alla pandemia. Come già suggerito nei mesi scorsi alla Regione Basilicata, mai come in questo momento, sarebbe utile una forte campagna di comunicazione – conclude il presidente della Coldiretti lucana – per sostenere le produzioni alimentari della nostra terra che rappresenta un elemento di traino per l’economia dell’intera Basilicata” .