SCALEA: a proposito di buche e di poliambulatorio.
Come maggioranza ci siamo trovati costretti ad affrontare un’emergenza improvvisa con la questione poliambulatorio.
E l’abbiamo fatto chiedendo una mano a tutti con un consiglio comunale aperto nel quale abbiamo registrato tante buone intenzioni salvo poi vederci accusati di aver agito da soli quando forse sarebbe bastato chiedere, manifestare interesse per essere coinvolti così come hanno fatto soprattutto le mamme dei bambini che utilizzano la neuropsichiatria infantile. A loro non sono mai mancate risposte aggiornate sull’evolversi della vicenda e le ringrazio perché hanno dimostrato la maturità di attendere nutrendo fiducia nell’operato dell’amministrazione e speranza rispetto ai passi avanti che piano piano si facevano.
Invece le uniche parole che sono state spese dal gruppo Per Scalea sono arrivate dopo più di un mese dal consiglio comunale aperto nonostante diversi incontri istituzionali avuti per altri motivi durante i quali nessuna domanda o richiesta è pervenuta riguardo al poliambulatorio, e sono state successive alla buona notizia della richiesta da parte dell’Asp di locali di proprietà del comune adatti ad ospitare il poliambulatorio per valutare il da farsi sulla struttura di località Petrosa che, ricordo, è di proprietà dell’Asp.
Il gruppo Per Scalea, o chi per esso, ha cercato di far passare la richiesta di locali inoltrata dal commissario e finalizzata a mantenere i servizi nel territorio comunale per un’intimazione, nel tentativo di comunicare un’immagine di debolezza di questa maggioranza.
Questo a dimostrazione del fatto che più che alla sostanza dell’azione politica si guarda alla direzione dalla quale essa proviene valutandola di conseguenza e, purtroppo, per partito preso.
I buchi di cui la minoranza parla con disinvoltura sono gli stessi che chi amministra oggi cerca di tappare e sono quelli che per decenni chi amministrava e contemporaneamente lavorava all’interno del poliambulatorio non ha visto nonostante il rischio concreto e certificato che quella struttura gli crollasse addosso. Ma in quegli anni gli oppositori di oggi non vedevano, non sentivano e soprattutto non parlavano. Evidentemente non potevano perché altri erano gli argomenti di interesse di costoro.
Quanto al futuro della struttura di località Petrosa personalmente mi sento di dire che per come il commissario La Regina si è dimostrato proattivo e coerente nell’affrontare la questione poliambulatorio, allo stesso modo sarà in grado di non disperdere il patrimonio immobiliare dell’Asp trovando, con l’aiuto del direttore sanitario del distretto nord Angela Riccetti, i tecnici e coinvolgendo il commissario Longo, la soluzione migliore per la struttura del poliambulatorio magari valutando e percorrendo la strada che ci siamo permessi di suggerire: potenziare nella struttura del poliambulatorio i servizi di medicina territoriale per farne un’eccellenza da affiancare ai servizi dell’ospedale di Praia a Mare.
Oggi siamo vicini a risolvere un’emergenza grazie alla capacità di ascolto del commissario e al senso di responsabilità di altri soggetti ai quali siamo stati costretti, nostro malgrado, a chiedere un sacrificio seppur temporaneo.
Come Presidente del Consiglio ritenevo, evidentemente a torto, di godere del pieno sostegno di tutti i gruppi presenti in consiglio comunale per come manifestato nell’adunanza aperta.
Invece il lavoro sottotraccia è stato denigrato e schernito con accostamenti ad organi investigativi che già si sono occupati di diverse vicende in questa città e che sarebbe forse il caso di non menzionare a sproposito. Non oso immaginare cosa avrebbero potuto dire i consiglieri di opposizione e i consiglieri dei consiglieri se ad ogni incontro o ad ogni telefonata per risolvere il problema del poliambulatorio fosse seguito un comunicato stampa. Sarebbe stato considerato il mio e quello della maggioranza un moto di superbia da demonizzare o tacciare di opportunismo politico perché con questo tipo di opposizione “come fai fai sbagli”.
Ma amministrare comporta l’onere delle scelte e la soluzione, l’unica possibile a mio avviso nell’immediato che mi sono permesso di proporre e di perseguire, è frutto di una scelta ponderata, rispettosa delle esigenze di un intero territorio, di tutti in soggetti coinvolti e delle interlocuzioni avute in sede istituzionale. Questa soluzione, che consentirà di mantenere il 90% dei servizi nel territorio comunale di Scalea, lungi dall’essere una soluzione al ribasso, deve solo essere presentata e ratificata in consiglio, luogo in cui mi auguro che, almeno su questa vicenda, prevalga il buon senso e siano messi al bando cavillosi e inutili orpelli retorici.
Come Presidente del Consiglio ho fatto quello che ritenevo più utile e giusto per la comunità che, privata di molti immobili comunali attualmente non utilizzati e non più nella disponibilità del comune, avrebbero sicuramente agevolato soluzioni diverse da quella prospettata alla maggioranza dal sottoscritto.
In merito alla vicenda poliambulatorio ritengo concluso il mio operato rimettendo al consiglio le decisioni del caso certo di aver operato con l’obiettivo di proporre una soluzione di buon senso e, pertanto, condivisibile.
La mia azione di consigliere e di Presidente del Consiglio continuerà nel solco finora tracciato: di contributi chiari finalizzati alla risoluzione dei problemi e di spunti progettuali per quanto riguarda la funzione di consigliere che la popolazione di Scalea mi ha onorato di poter ricoprire, e, per quanto riguarda la funzione di Presidente del Consiglio di cui la maggioranza ha voluto incaricarmi, di dialogo con i gruppi consiliari purché ci sia onestà intellettuale e coerenza di comportamenti e non le evidenti distorsioni tra i manierismi sfoggiati in consiglio comunale e le chiacchiere da bar spiattellate con disinvoltura sui social e sui giornali.
Il Presidente del Consiglio Gaetano Bruno