Epidemia colposa a Marsicovetere, il procuratore Curcio: in casa di riposo un altoforno, altro che focolaio
L’operazione dei Nas, indagata anche una suora di 81 anni
Nella casa di riposo “Ramagnano” di Marsicovetere (Potenza), “nonostante la pandemia in corso” non c’era alcun controllo: nella struttura entrava “chiunque, anche parenti con tosse o febbre”.
Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, in una conferenza stampa nel Palazzo di Giustizia del capoluogo lucano, evidenziando che “il comportamento dei due gestori – Nicola Ramagnano e Romina Varallo, arrestati oggi dai Carabinieri dei Nas – ha fatto scoppiare “non un focolaio, ma un altoforno”, con la morte per covid di 22 persone. Durante l’incontro con i giornalisti, il Comandante del gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Napoli, tenente colonnello Vincenzo Maresca, ha sottolineato che si tratta “del primo caso dove è stato accertato il nesso di casualità tra le condotte negligenti degli indagati e la morte per covid di 22 persone”. Gli investigatori hanno reso noto che ulteriori indagini sono in corso e che tra gli indagati vi è una suora di 81 anni, che gestisce la casa di riposo di Brienza, dove, senza aver effettuato il tampone, è entrata un’anziana “trasferita clandestinamente – ha rimarcato Curcio – dalla struttura di Marsicovetere”. TRM